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lunedì 24 gennaio 2011
ROMA Y SUS FUENTES
Fontane di Roma
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Fontana dei Quattro Fiumi a Piazza Navona
Le Fontane di Roma dimostrano come i romani abbiano sempre avuto una gran passione per le acque pubbliche, dagli acquedotti alle terme e come, dopo i secoli della decadenza, tale passione si sia esternata nella costruzione delle numerose fontane che ornano vie e piazze romane.
Indice
1 L'approvvigionamento di acqua a Roma
2 Fontane monumentali
3 Fontane nuove
4 Fontane ornamentali
5 Fontane fuori le mura e fontanili
6 Fontanelle
7 Le fontane "rionali"
8 Fontane scomparse
9 Voci correlate
10 Altri progetti
11 Collegamenti esterni
L'approvvigionamento di acqua a Roma
Con il taglio degli acquedotti, la decadenza medioevale della città e l'addensamento della scarsa popolazione in Campo Marzio, a Trastevere e in Borgo, l'approvvigionamento d'acqua di gran parte della città prese a dipendere quasi completamente dal Tevere. I problemi di igiene non sembravano preoccupare nessuno, se l'acqua del fiume (decantata in apposite cisterne) era considerata talmente buona che i papi se la portavano anche in viaggio.
Fino al XVI secolo l'unico acquedotto antico che ancora continuava a dare acqua era quello dell'Acqua Vergine, che alimentava la fontana di Trevi. Trastevere e San Pietro avevano fonti proprie, e in generale l'approvvigionamento era garantito da venditori d'acqua e da pozzi privati. La geologia del sottosuolo romano favorisce infatti la formazione di vene d'acqua che raccolgono le acque che scendono dai colli, e ancora oggi molte di queste vene sono vive sotto le case di Trevi e Campo Marzio.
Il ripristino dell'acquedotto Vergine, che era stato avviato già da Niccolò V e proseguito da Pio IV, concluso nel 1570 ad opera di Pio V, fu l'inizio di un radicale mutamento della situazione, e ancora oggi il numero delle fontane a Roma si conta a centinaia, tra fontane monumentali, mostre d'acqua, fontane ornamentali e fontanelle.
Fontane monumentali
Cominciamo con alcune delle più grandi, magnifiche e più importanti fontane di Roma. Alcune di queste fontane costituiscono il punto terminale (la "mostra") di uno degli undici grandi acquedotti che una volta rifornivano l'antica Roma di acqua. Nell'antichità gli acquedotti terminavano in un Ninfeo, un tempietto dedicato ad una Ninfa. Agli inizi dell'era moderna al loro posto furono fatte costruire, soprattutto dai papi, pompose esibizioni, espressione del loro potere. Gli esempi più noti sono la fontana di Trevi e quella del Mosè detta anche dell'Acqua Felice.
La Fontana di Trevi è il punto terminale dell'antico acquedotto dell'Acqua Vergine (Aqua Virgo) fatto costruire da Agrippa. L'aspetto odierno è dovuto a Nicola Salvi tra il 1732 e il 1751, forse su progetti del Bernini.
La fontana del Mosè o Fontana dell'Acqua Felice, situata in Piazza San Bernardo è il punto terminale dell'acquedotto Aqua Felix, dal nome del Papa Sisto V, Felice Peretti. Vi è rappresentato un Mosè che fa sgorgare l'acqua dalle rocce.
Di origine antica sono le due fontane di Piazza Farnese. Le due vasche provengono dalle Terme di Tito.
L'incrocio tra Via delle Quattro Fontane e Via del Quirinale (che dopo l'incrocio prende il nome di Via 20 settembre), al sommo della prospettiva tra Santa Maria Maggiore e Trinità dei Monti, è decorato ai quattro angoli dalle Quattro Fontane volute da Sisto V, che danno il nome alla via.
In Piazza di Spagna, ai piedi della Scalinata di Trinità dei Monti, si trova la Fontana della Barcaccia di Pietro Bernini, padre di Gian Lorenzo Bernini. Tra il 1627 ed il 1629 Bernini senior costruì la fontana in forma di un barcone che affonda, per ricordare - come dice la tradizione - una barca che, a causa dell'esondazione del Tevere, nel Natale del 1598, era stata qui ritrovata. In realtà l'artista risolse in questo modo un problema tecnico: la pressione idrica era troppo debole per fare una fontana più alta.
In cima al Gianicolo, in posizione straordinariamente panoramica, c'è il Fontanone, appunto, del Gianicolo. Voluto da papa Paolo V all'inizio del XVII secolo, come mostra terminale del ripristinato acquedotto di Traiano, le colonne che lo ornano provengono dalla basilica antica di San Pietro.
Fontana di Trevi
Fontana dell'Acqua Felice
Una delle due fontane di piazza Farnese
Fontana della Barcaccia a Piazza di Spagna
Piazza Navona ospita un insieme di fontane monumentali: la principale è la Fontana dei Quattro Fiumi, eretta nel 1651 da Bernini al centro della piazza. Fa da base ad un obelisco e rappresenta i quattro continenti allora conosciuti attraverso i loro maggiori fiumi: il Danubio per l'Europa, il Nilo per l'Africa, il Gange per l'Asia ed il Rio della Plata per l'America. A Lione c'è una fontana molto simile.
Siccome la piazza doveva essere periodicamente allagata per ospitare le feste "navali" del Carnevale romano e non solo, alle due estremità furono costruite altre due fontane: la Fontana del Nettuno, la cui vasca fu costruita nel 1576 su disegni Giacomo della Porta, e la Fontana del Moro.
Piazza San Pietro è decorata da due grandi fontane i cui getti cadono in due grandi tazze monolitiche di granito orientale ricavate da monumenti romani.
Tra le non molte fontane monumentali moderne va notata la Fontana delle Naiadi, in Piazza della Repubblica, costruita nel 1901 da Mario Rutelli per fornire una prospettiva monumentale alla allora elegantissima via Nazionale, che collegava la stazione Termini a piazza Venezia
Piazza Navona, fontana del Nettuno
Piazza Navona, fontana del Moro
Piazza Navona, fontana del Moro
Le fontane di Piazza San Pietro
Fontanoni dell'Acqua Paola al Gianicolo e a Ponte Sisto
Fontane nuove
Negli ultimi anni, interventi di riordino e nuovo arredo urbano hanno regalato ai romani nuove fontane:
fontana nella nuova piazza Romana all'Acquedotto Alessandrino (Municipio VII)
fontana di piazza Capelvenere ad Acilia (Municipio XIII)
fontana nuova di piazza San Cosimato a Trastevere
fontana nuova dell'Ara Pacis
La fontana nuova di piazza San Cosimato
Fontane ornamentali
Numerose sono anche le fontane ornamentali. Solo per citarne alcune:
La Fontana del Tritone a Piazza Barberini, lavoro di Gian Lorenzo Bernini del 1642. Fino al XVIII secolo venivano lasciati davanti a questa fontana i morti sconosciuti per favorirne il riconoscimento. La fontana dà il nome a Via del Tritone, la strada in salita che arriva da Piazza Colonna.
Sempre di Bernini (1644) è la Fontana delle Api, all'angolo di Piazza Barberini con Via Veneto. Le api sono parte dello stemma della famiglia Barberini.
Ancora tritoni - motivo ornamentale assai frequente nelle ornamentazioni connesse all'acqua - si trovano nella fontana di fronte a Santa Maria in Cosmedin (alla Bocca della Verità).
Un piccolo gioiello nascosto è la Fontana delle Tartarughe, in mezzo alla piazzetta Mattei, dietro al Portico di Ottavia. Fu costruita tra il 1581 ed il 1584 su progetto di Giacomo della Porta. Solo nel 1658 vennero aggiunte le Tartarughe che secondo la leggenda sono un'invenzione di Bernini.
Una fontana assai curiosa è quella del Babuino: la singolare bruttezza della statua antica che adornava la sua vasca quadrata, messa in opera nel 1576, la impose all'attenzione dei romani, che anzitutto cominciarono a chiamare la divinità rappresentata "il Babuino", poi dalla statua denominarono la strada, e infine la posero tra le statue parlanti (Marforio, Pasquino, Madama Lucrezia, l'abate Luigi).
Fontana del Tritone a Piazza Barberini
Fontana dei tritoni alla Bocca della Verità (Santa Maria in Cosmedin)
Fontana delle Tartarughe
Fontana del Babuino
Fontane fuori le mura e fontanili
Le fontane di Roma non allietano solo il centro: fuori o addossate alle mura o lungo il percorso degli acquedotti esistevano molte fontane e fontanili per utilità dei contadini e del bestiame, o da cui sgorgavano acque particolari, come l'Acqua Acetosa.
Le stesse fontane di città erano dette spesso Beveratori, quando di forma semplice (un vascone frequentemente adattato da un sarcofago o altro marmo antico) ed accessibili anche agli animali (cavalli, somari, ecc
).
Anche i nuovi quartieri costruiti o riordinati dopo l'Unità d'Italia furono dotati di nuove fontane, fino agli anni trenta. Esiste ad esempio nel S.VIII Gianicolense in via Bravetta la Fontana del Sole alimentata dall' Acquedotto del Peschiera-Capore; Alla Garbatella, in Piazza Ricoldo da Montecroce, una {{citazione necessaria|fontana detta la fontana degli innamorati, perché luogo tranquillo e poco illuminato dove, soprattutto in passato, si incontravano le coppie di innamorati. Ha il volto di una donna che gli abitanti del quartiere chiamano affettuosamente Carlotta.
L'abbeveratoio di Clemente XI a Santa Maria in Cosmedin
La fontana di Porta Cavalleggeri
Fontanile fuori Porta del Popolo
La fonte dell'Acqua Acetosa
Fontana del Sole via Bravetta
Fontanelle
Oltre alle fontane monumentali e più note, strade e giardini di Roma sono popolati da circa 2500 fontanelle da cui l'acqua scorre giorno e notte. Le più comuni sono quelle dette Nasoni, forme cilindriche di metallo (ghisa o ferro) da cui l'acqua scorre attraverso un arcuato tubo d'acciaio che ai romani diede l'idea di un naso (da dove il nome), sparse per tutta la città, che furono volute dal primo sindaco della capitale unitaria, Luigi Pianciani, nel 1872, soprattutto per servire i nuovi quartieri.
Oltre ai nasoni, poi, sopravvivono ancora per il piacere degli occhi e per il refrigerio di romani e turisti, moltissime fontane non monumentali nelle dimensioni, ma storiche per età. Da alcune, era espressamente proibito che bevessero "asini, cavalli, cani e capre"
Leone egizio - fontana (Cordonata a Campidoglio)
Fontana detta "del Facchino", a Santa Maria in via Lata (via del Corso)
Fontanella a via Giulia (XVI secolo)
Fontana del leone a San Salvatore in Lauro (XVI secolo)
Le fontane "rionali"
Nel 1926 su proposta di Tommaso Bencivegna, Filippo Cremonesi, da poco nominato primo governatore di Roma, decise di commissionare la realizzazione di fontane ornate con gli stemmi rionali.
L'incarico fu assegnato a Pietro Lombardi, un architetto che aveva già realizzato la Fontana delle anfore situata a piazza dell'Emporio a Testaccio.
Sant'Eustachio - via degli Staderari
Pigna - piazza S. Marco, vicino al Vittoriano
Trastevere
Testaccio
Altre sono:
Fontana del timone, sul Palazzo S. Michele (Ripa)
Fontana di Porta Angelica (o "delle tiare") tra il colonnato di Piazza San Pietro e il Passetto di Borgo.
Fontana di Via Margutta (o degli artisti)
Fontana dei Monti
Fontane scomparse [modifica]
Con il passare del tempo, delle ricostruzioni e della proprietà degli immobili, varie fontanelle pubbliche furono eliminate o spostate altrove, magari dopo decenni di letargo in qualche deposito. Rimasero però, in alcuni casi, tracce della loro presenza.
in via de Prefetti (Campo Marzio) il Palazzo Capilupi ospitava una fontanella che diede (forse) il nome alla prospiciente via della Lupa. La fontanella è perduta, ma ne rimane, nell'androne del palazzo, la lapide di dedica e istruzioni.
in via della Scrofa (rione Sant'Eustachio, ma a 100 metri dalla precedente via dei Prefetti) è rimasto il bassorilievo da cui sgorgava l'acqua; la vaschetta fu spostata all'angolo del palazzo (ex Convento degli Agostiniani divenuto, dopo il 1870, sede del Ministero della Marina), su via dei Portoghesi.
Voci correlate
Piazze di Roma
Acquedotti di Roma
Monumenti di Roma
Nasoni
Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali su Fontane di Roma
Collegamenti esterni
tutte le fontane di Roma
tutte le fontane, i giochi d'acqua della città Roma (con foto)
I Nasoni entro le mura di Roma
I Nasoni inseriti su mappa dai romani (in stile Wiki)
Roman Bookshelf - Le Fontane Pubbliche nelle Piazze di Roma Moderna - 1774
tutto sulle fontane di Roma e i loro autori (archiviato dall'url originale)
Fontane di Roma nel sito del Comune
www.thais.it
Portale Architettura Portale Roma
Categoria: Fontane di Roma
Grazie (mitologia) - Wikipedia
Grazie (mitologia)
Le Grazie (in latino Gratiae) erano figure della mitologia romana, le quali erano tuttavia solamente una replica latina delle Cariti greche (in greco antico Χάριτες). Questi nomi fanno riferimento alle tre divinità della bellezza e, probabilmente sin dall'origine, alle forze legate al culto della natura e della vegetazione. Sono infatti queste fanciulle a infondere la gioia della Natura nel cuore degli dèi e dei mortali.
Indice[nascondi] |
Nei miti [modifica]
Origini [modifica]
Queste divinità benefiche erano ritenute figlie di Zeus e di Eurinome[1] e sorelle del dio fluviale Asopo; secondo un'altra versione la madre sarebbe stata Era[2].
Ma anche queste leggende sono finite per dare spazio ad altre interpretazioni: secondo alcuni autori, le Cariti erano nate dall'unione del dio Elio (il Sole) con l'Oceanina Egle[3]. Ma è altrettanto accettata la versione che vede come madre delle Grazie proprio la dea della bellezza e fertilità, Afrodite la quale le avrebbe generate insieme a Dioniso, dio della vite.
Le versioni che riguardano il numero delle Grazie non sono meno complesse; secondo Esiodo, esse sono tre:
Esse sono rappresentate come tre giovani nude, le quali incarnano, nella figurazione classica, la perfezione a cui l'uomo deve tendere nonché le tre qualità che una donna dovrebbe avere.