Amici,
questo non ci fa pensare alla nostalgia di tempo addietro. Ma cosa potrebbe significare: una immediata riposta potrebbe essere: NON MI PIACE QUESTA EPOCA IN CUI MI TOCCA VIVERE: sono un disadattato. Ho rammarico per quella epoca passata.
Ricordare tempi cosi difficile nella storia di Italia, è testimonio di grande e grave inadeguatezza, sofferenza dell'individuo nella nostra realtà.
Scritta in ricordo dei caduti e della Patria su un immobile parrocchiale recuperato con contributi regionali e comunali
di Paolo Calia
TREVISO (19 ottobre) - È rimasto nascosto sotto diversi strati di vernice per quasi sessant'anni. Uno slogan forgiato per esaltare il ricordo dei caduti e lo spirito della Patria: "Raccogliete lo spirito dei nostri indimenticabili morti e fatene lo spirito ardente della Patria immortale".
Oltre tre metri di lunghezza per mezzo metro d'altezza di slogan fascista forgiato ai tempi del ventennio: impossibile non vederlo. Spicca sulla facciata del piccolo immobile della parrocchia di San Lazzaro che dà proprio sul Terraglio, a pochi metri di distanza dalla rotonda. Gli automobilisti che procedono verso Treviso quasi ci sbattono sopra. Da ieri è completamente visibile e restaurato, fa parte dei lavori di recupero della chiesa finanziati da contributi regionali e comunali. Un inno del ventennio che rivede la luce e, ovviamente, suscita qualche commento.
«Almeno hanno coperto il fascio - dice il consigliere comunale della Sinistra TrevigianaNicola Atalmi che abita poco distante - sono vestigia storiche di un passato che è più che passato. Grande com'è ho paura che possa distrarre qualche automobilista. Non che mi piaccia, ma almeno è una frase generica e non un grido di battaglia tipo "credere, obbedire, combattere". Queste frasi, oggi come oggi, possono avere qualche effetto solo su qualche anziano piuttosto che sulle giovani generazioni».
«Di slogan del ventennio ne sentiamo tanti ancora oggi, fanno parte della nostra cultura. La Lega ne fa grande uso - dice Stefano Froio, ex coordinatore comunale del Pdl e ultimo segretario cittadino di An - sbaglio o sono stati proprio Gobbo e Zaia, a proposito della questione morale, a dire "quando sbaglia uno dei nostri, doppio della pena?". E quello che mi stupisce è che, a utilizzare simili frasi, non siano solo i leghisti della prima generazione, ma anche delle seconde».
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